Google vince un nuovo “round” nella guerra del diritto d’autore su Internet, un fronte aperto in diverse nazioni nel mondo e che ha visto soprattutto in Europa uno dei principali “nemici” della “libera circolazione” dei dati sensibili, raccolti attraverso i diversi servizi del gigante di Mountain View. In realtà si tratta di un tema molto complicato, finora affrontato a colpi di sentenze che non hanno ancora fatto grande chiarezza in merito.
L’ultima novità arriva dagli USA, dove l’associazione “Authors Guild” che riunisce migliaia di scrittori si è vista rifiutare lo stato di “class action” nella causa intentata per il servizio “Google Books”, servizio che mette a disposizione online milioni di testi digitalizzati. Secondo la Corte di appello, che ha ribaltato la decisione presa nel 2012, è prematuro riconoscere la class action e bisogna prima “ascoltare le ragioni di Google”. Il punto del contendere nasce dal fatto che il servizio “Google Books” sta mettendo online milioni di testi, finora 20 milioni di libri, ledendo così il diritto d’autore di chi quei testi li ha scritti. Google sostiene invece che gli autori beneficiano del servizio, promuovendo indirettamente le loro pubblicazioni, e che le eventuali cause dovrebbero essere intentate singolarmente, perché ciascuno è titolare del proprio diritto d’autore.
(fonte TMNews)
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