Penalizzazioni SEO: un case history ICOA.

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Le penalizzazioni di Google sono dietro l’angolo per molti siti online, anche senza che i proprietari ne sappiano qualcosa. Spesso infatti possono essersi affidati ad agenzie Seo che hanno fatto uso ed abuso di tecniche non gradite ai motori di ricerca o non hanno saputo risolvere problemi.
Il case history di cui vogliamo raccontare oggi è quello di un nostro cliente nel settore medico, arrivato da noi qualche mese fa e con il sito praticamente assente da Google, nonostate lui affermasse che fino a qualche tempo prima, anche se magari non nelle prime pagine dei motori di ricerca, ma comunque c’era.

Come ciliegina sulla torta, il sito era stato “manomesso” attraverso un’azione di Script Injection (significa che qualcuno aveva inserito all’interno dei codici delle pagine dei software malevoli). Una situazione davvero critica e con molti aspetti da indagare.

Rimozione Malware

Come prima cosa abiamo rimosso il malware inserito nel sito, pensando che fosse il motivo scatenante. Dopo un primo periodo di riconsiderazione da parte di Google, il codice malevole non era più rilevato ma il sito comunque non riusciva ad entrare nelle Serp.

Profilo Backlink

Tra le varie attività SEO c’è ovviamente il rilevamento del profilo backlink di un sito e dopo una prima indagine “quantitativa”, siamo passati a quella “qualitativa”. Più dispensiosa senza dubbio, ma sicuramente più utile in questi casi. Analizzando i backlink provenienti abbiamo rilevato come ci fossero centiania di link provenienti da directory clonate su oltre trenta domini diversi. Alcune di queste directory erano addirittura presenti all’interno di siti di enti e organizzazioni, sicuramente ignari di quello che era accaduto.
In questo caso abbiamo contattato i proprietari dei siti e abbiamo indicato l’anomalia presente, chiedendo la rimozione dei link. Per quelle richieste che non sono state esaudite – non sempre c’è qualcuno che risponde alle mail  🙁 – siamo intervenuti con il tool offerto da Google per il Disavow backlinks .
Purtoppo i tempi non sono stati brevi, ma per non girarci i pollici nell’attesa, abbiamo effettuato ulteriori verifiche.

Contenuti duplicati

Eravamo certi – a detta del cliente – che i contenuti presenti sul sito fossero originali. Sbagliavamo. Infatti cercando alcune parti di testo presenti sul sito, abbiamo rilevato che erano contenuti già presenti on line e su siti di competitors. Questo ovviamente ha fatto nascere il dubbio di chi sia nato prima, tra l’uovo o la gallina. Ma per superare qualsiasi tipo di empasse, ecco che abbiamo generato una serie di contenuti nuovi,originali e di una più elevata qualità.

Conclusioni

Ci sono spesso situazioni in cui dettagli che possono sembrare positivi, si tramutano in negativi (bad link popularity); ci sono casi in cui si da per scontato un problema, quando poi non lo è (malware) e ci sono casi in cui dai per certo alcune informazioni ma che bisogna assolutamente verificare.
Almeno però oggi, la situazione per questo cliente è la seguente:

serptrack

I valori 1, 2 e 3 indicano il posizionamento in Serp attuale.