Google ci fa sentire più intelligenti di quanto siamo

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Ebbene sì, Google ci fa sentire più intelligenti di quanto siamo realmente, o almeno così affermano tre ricercatori dell’Università di Yale che hanno condotto una ricerca proprio a questo riguardo.

Oggi siamo costantemente connessi alla rete, che dà accesso a una quantità di informazioni potenzialmente infinite, e così siamo portati ad essere sempre in “modalità di ricerca”. Da questo presupposto è partito lo studio di Matteo Fisher, Mariel Goddu e Frank Keil, che volevano capire se siamo ancora in grado di distinguere la nostra conoscenza reale da quella derivante dall’accesso alle informazioni.

Lo studio è stato condotto su 1000 soggetti e si è basato su un totale di 9 diversi esperimenti, il risultato è stato inconfutabile: i partecipanti che avevano ricevuto informazioni attraverso ricerche su Google pensavano di essere più intelligenti di coloro che invece hanno ricevuto informazioni con altri metodi.

Uno degli esperimenti, per esempio, è consistito prima nel far cercare al gruppo A su Google come si crea un lampo e poi di rispondere alla domanda. La medesima richiesta è stata fatta al gruppo B, senza però dare la possibilità di cercare online. Entrambi i gruppi hanno risposto correttamente.

Successivamente, è stato domandato quanto bene abbiano compreso argomenti completamente estranei alla loro conoscenza di base. Il gruppo che ha effettuato le ricerche online ha valutato le proprie conoscenze in modo maggiore rispetto a quelli che avevano ricevuto solo del testo cartaceo. Prima dell’esperimento, tale differenza non esisteva.

La sorpresa dei ricercatori, però, è arrivata quando il gruppo A non è stato in grado di rispondere in modo esaustivo a una domanda particolarmente complessa. Nonostante ciò, la percezione della propria conoscenza era ancora gonfiata.

Google ci fa sentire più intelligenti di quel che siamo, come Wonder Woman e Superman

I rischi del fatto che Google ci faccia sentire più intelligenti di quanto siamo

Keil, per spiegare come è nata l’idea di ricerca, descrive la sensazione che ha vissuto in prima persona, quando, a causa di un uragano, era rimasto senza connessione e quindi senza possibilità di ricerca su Google:

Mi sentivo diventare più stupido di ora in ora

Conclude poi la propria tesi affermando che i rischi maggiori riguardano i più giovani, nei quali l’effetto può essere ancora più pronunciato. Oggi, infatti, lo smartphone è divenuto quasi un’appendice del loro cervello, e non riescono a rendersene conto fino

Daniele Mazzucchi

Daniele nasce a Roma il 4 maggio 1970, è il Direttore di Produzione; inizia giovanissimo a occuparsi di sistemi di rete e di telematica in generale; fonda Nexus nel 1992, uno dei primi provider internet italiani, e successivamente IstriaOnLine, il primo provider internet in Croazia. Attraverso la sua società, la Nexus, partecipa attivamente alla fondazione della naming authority italiana, che diverrà successivamente il registro italiano internet (ccTLD.it). Nel 1999 lascia le sue attività per dedicarsi come professionista indipendente alla web application, collaborando con molte grandi aziende come BPM, IMI San Paolo, Mercedes-Benz Finanziaria; diventa successivamente, nel 2000, Direttore di Produzione di EFM Engineering, dove progetta in particolare una delle prime piattaforme FAD italiane AICC based. Nel 2003 avvia un nuovo progetto imprenditoriale entrando in ICOA, dove sviluppa il settore internet seguendo in prima persona la web application e il marketing online. Guarda il profilo di Daniele su Linkedin.