La guerra degli editori contro Facebook.

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In questi giorni si fa un gran parlare sui social network e oggi anche sul Corriere, dell’improvviso calo di visualizzazioni su Facebook, segnalato da diversi editori on line Tanto da aver fatto pensare a qualcuno di denunciare Marck Zuckemberg.
Cosa sta succedendo realmente? In molti segnalano che i volumi di visite provenienti da Facebook verso le proprie testate online o siti web, sta subendo da qualche tempo un drastico calo, che arriva anche al 60%. Solitamente i piani editoriali su Facebook delle testate giornlistiche è quello di generare moltissimi contenuti – spesso con titoli ed abstract sensazionalistici – anche più volte ripetuti nell’arco del tempo. Può succedere quindi che magari la stessa notizia venga postata su Facebook con titoli diversi e abstract diversi per catturare maggiormente l’attenzione dei Fan (gli unici che ovviamente vedono questi aggiornamenti).

Ora il giochino sembra finito, o meglio, Facebook ha cominciato a ridurre la visibilità complessiva delle fan page di mostrare i propri status ai suoi fan. Ci sono testate editoriali, come la partenopea Fanpage.it, che vive fondamentalmente di traffico generato da Facebook e un calo delle visite del 60% – se confermato – rischia di far rivedere drasticamente le stime aziendali. A qualsiasi azienda online che vive di advertising se viene tolto metà del traffico, equivale a togliere la stessa percentuale di guadagni. Ed ecco che in molte cominciano a scagliarsi contro Facebook.

Ma analizzando bene i fatti, sta succedendo qualcosa che era prevedibile in quanto, come sempre detto in molti e anche da noi di ICOA ai nostri clienti, non si può fare affidamento su Facebook o su piattaforme esterne per il proprio modello di business. Se si vuole usare Facebook è inevitabile che le regole non vengano decise dagli utenti o aziende che siano.

Il proprio sito web è l’unica cosa di cui si ha totalmente il controllo.